scritto in occasione della mostra SANDRA RIGALI. Puccini e Pascoli – Note ai margini
presso Casa Museo Giovanni Pascoli – Castelvecchio Pascoli, Barga (LU)
opening 01 giugno 2024 alle ore 11:00 – fino al 31 agosto 2024
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SANDRA RIGALI
Puccini a Pascoli
Note ai margini
Le “note ai margini” sono scritture non protagoniste ma fondanti, paesaggi interiori ed esteriori che accompagnano testi e spartiti come visioni parallele. Pensando quindi a ogni opera lirica e letteraria come al risultato finale di questa serie di pensieri liberi e attitudini quotidiane, annotazioni colorate e dettagli umorali condensati insieme in una massima espressione compiuta, il lavoro di Sandra Rigali è quello di spostare in primo piano quelle atmosfere secondarie che sorreggono la trama principale, restituendo una dimensione più intima dell’uomo prima del Maestro e del suo tempo ai lati della produzione, finendo inevitabilmente col dipingere anche una piccola parte del proprio racconto ai margini della pittura.
Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli e Sandra Rigali
Un secolo dopo la scomparsa del compositore lucchese Giacomo Puccini (1858-1924), avvenuta a poco più di un decennio da quella del vicino poeta di Castelvecchio, Giovanni Pascoli (1855-1912), resta ancora forte in questi luoghi la sensazione che i Maestri non se ne siano andati del tutto e che sia possibile scambiare insieme altre due parole, al solito tavolino o sull’uscio di casa.
I capolavori che entrambi hanno donato al mondo risuonano ben oltre i confini nazionali, ma grazie ai segni tangibili della loro presenza rimasti qui, tra dimore e colture, abitudini e passatempi, si è instaurato con le comunità locali un legame sempre più profondo, che va rafforzandosi con l’ampliarsi degli studi e delle testimonianze sulla vita e sull’opera dei due illustri cittadini.
In questo senso è significativo il percorso di Sandra Rigali, pittrice originaria di Barga e trasferita a Lucca, che vivendo e lavorando in entrambi i posti ha assorbito per osmosi il lascito pascoliano e pucciniano all’interno della propria visione, restituendolo gradualmente nei suoi quadri.
Attenta fin dai suoi esordi, sul finire degli anni Ottanta, ai temi della tradizione e del territorio come identità, il dialogo che l’artista porta avanti con i Maestri è innanzitutto il risultato della sua particolare sensibilità, intrisa dei costumi e dei panorami tipici delle loro stesse terre, ma fortemente avvinghiata al tempo presente.
In comune con Giovanni Pascoli, le piccole cose del quotidiano, come una tazza o una boccetta di inchiostro, e i dettagli del mondo naturale, dai fiori al cielo, assumono un peso centrale nella poetica di Rigali con largo anticipo rispetto ai primi dipinti a lui ufficialmente intitolati, in occasione della mostra per le celebrazioni pascoliane del 2012, seguita nel 2013 dai paesaggi quasi incantati esposti a Chicago.
Con Giacomo Puccini risulta invece evidente un’affinità elettiva a proposito del ruolo di assoluto rilievo riservato alla donna come voce narrante autonoma e libera, protagonista indiscussa nelle arie del musicista e nelle tele dipinte.
Nel ciclo di mostre che va dal 2016 al 2018, Sandra Rigali indaga già le vicissitudini e i rapporti tra i due celebri vicini di casa, grazie soprattutto all’approfondimento dei preziosi materiali, degli oggetti e degli archivi correlati all’opera lirica e letteraria, custoditi nelle rispettive case-museo.
Questi lavori esplorano quindi anche la vita pubblica e privata dei Maestri, tra amicizie e affetti, hobby e routine, spostando i soggetti dietro la patina del successo. L’aura di sacralità che da sempre circonda questi uomini d’altri tempi va scomparendo per fare spazio a una narrazione più intima, domestica e in un certo senso reale, che li riavvicina al pubblico in una veste più attuale, resa proprio con stralci di foto e documenti d’archivio, inglobati direttamente nei quadri, e un colore pop che si accende man mano tutt’intorno.
Traslando su sé stessa questa nuova modalità operativa, l’artista mette subito dopo a punto la tecnica dell’Instapainting e dipinge una prima serie di piccole formelle quadrate come se fossero pagine di un diario personale o componessero un muro di appunti verbo-visivi, sul modello di Instagram, fatto di pittura, collage e titoli di giornale in grado di condensare la complessità di ciascuna idea in qualche visionaria parola.
la mostra e le opere
Con questa rinnovata concezione, Sandra Rigali torna oggi alla Casa Museo Giovanni Pascoli per illustrare ancora, in occasione del Centenario Pucciniano a Barga, il legame tra Giovanni Pascoli e Giacomo Puccini in un dialogo denso di rimandi tra stili di vita, pensieri e passioni, suggerendo similitudini e contrasti in un allestimento libero accorato all’atmosfera della “casa”.
A una selezione di tele già realizzate, costellate di materiali d’archivio, si affiancano gli ultimi lavori che raccontano il compositore, il poeta e i rispettivi luoghi, tra pittura materica, pop e instapainting. In seconda linea, si inseriscono inoltre i pensieri dell’artista, come piccoli tasselli colorati, che trasformano il discorso in una narrazione a tre voci.
Quadro simbolo di tutta la mostra, Musica e parole riprende la famosa fotografia, scattata nel giardino di Casa Pascoli, in cui i due amici sembrano posare appositamente per queste “celebrazioni”, su uno sfondo indefinito di colori accesi e fluo che suggerisce un’atmosfera di festa senza tempo. I protagonisti sono accostati anche nel montaggio della scena Italiani di qualità, con abiti decisamente fuori contesto e in contrasto, in una surreale ambientazione di farfalle che volano avanti e indietro tra uno scambio di lettere e versi.
Un susseguirsi di nuovi ritratti mette in luce l’attualità dei Maestri con riferimenti espliciti agli eventi di oggi, da ricercare nei dettagli degli sfondi di Oltre i clichè, Vivere in versi e #PucciniBlu. Con Puccini protagonista in un mondo e Parole suoni e immagini emerge invece la medesima ricerca di sintonia tra suono e parola, sia in musica che in letteratura, per evocare immagini potenti nella mente e nel cuore delle persone. In tutto questo, la pittrice si pone in ascolto dei Maestri con l’autoritratto Io guardo, individuando l’incipit del proprio lavoro e di quello degli artisti di tutte le discipline nell’osservazione attenta del mondo intorno e di ciò che ha in serbo il destino.
Vita immagini ritratti e Vissi d’arte, vissi d’amore ci fanno entrare direttamente nello studio di Sandra Rigali, lasciandoci curiosare un po’ come se stessimo guardando un work in progress o una stories su Instagram, mentre lei sta studiando, ancora una volta, la vita di Puccini e Pascoli, ragionando su quanta strada abbiano fatto le loro opere e le loro persone, arrivando oltreoceano chi con l’immaginazione e chi con le proprie gambe.
Una serie di paesaggi ci accompagna attraverso i luoghi del poeta e del compositore, tra Barga e Torre del Lago, dialogando con le vedute dalle rispettive finestre, quelle dipinte di Puccini e quelle reali di Casa Pascoli. Incontriamo anche le loro abitazioni, come se fossero dei veri e propri biglietti da visita dei due intellettuali. Lo spazio che crea i ricordi e L’arte di sé incarnano infatti due stili di vita agli antipodi, allineati alle categorie sociali di appartenenza, che si rispecchiano nella concezione delle rispettive dimore. Una Vita da poeta piuttosto ritirata, rintanata in “un cantuccio tutto per sé” che è insieme un nido da custodire e un sacrario della memoria da alimentare continuamente, si confronta con il vivere più bohémien e sopra le righe, in costante movimento e volto al successo dell’esperto cacciatore di esperienze. Entrambi però si confermano ostinatamente intenti nella stessa attività di Connettere l’arte alla vita, raccogliendo tutto ciò che il loro mondo ha da offrire per metterlo al servizio della visione artistica e del pubblico.
Un nucleo di quadri dedicato alla donna e ai fiori racconta affinità e differenze legate all’universo femminile. La tragedia di Madama Butterfly e le vicende connesse, dalla lettera che Pascoli scrisse a Puccini al verso del pettirosso in primavera, emergono unitamente al comune gusto per l’esotismo, che perdura tutt’oggi, riscontrabile nei tanti dettagli floreali e nei ritagli di carte giapponesi disseminati nelle diverse tele (Butterfly like, Japanese Lady e Japanese, insieme a Troppa Primavera, Japanese paper, Bellezza e Nudo Butterfly). Con le stesse note fiorite, la spietata e bellissima principessa #Turandot #Callas fa da contraltare alla Matelda pascoliana, espressione della funzione salvifica della natura e dell’arte. Le altre due figure presenti sono invece donne reali e in netto contrasto: il ritratto pop di Elvira, moglie di Puccini, il cui carattere è ulteriormente sottolineato dalla carta del cioccolato modicano al peperoncino nel piccolo nudo Donna Elvira, e Maria Pascoli detta Mariù, fulcro del nido di Castelvecchio nel nostalgico C’è stato un tempo. Queste sono “le donne che contano davvero” a cui si affianca Mamma, omaggio materno di Sandra Rigali.
eredità culturale
Il flusso delle opere segue una narrazione sottotraccia focalizzata su quei dettagli apparentemente privi di rilevante significato, ma che contribuiscono invece a conferire senso a tutto il resto.
“Note ai margini” nasce quindi da questo slittamento sostanziale dalla sfera pubblica a quella privata, che evidenzia l’ordinaria quotidianità di personaggi straordinariamente sensibili ai mutamenti del mondo, catapultando il passato nel nuovo millennio, mantenendo però sempre immutato il carattere universale di queste eccezionali vicende particolari.
Uno slittamento di spazio e di tempo che in verità diventa un tirar fuori quell’eredità culturale che accompagna ognuno di noi nella vita di tutti i giorni.